Karate e Zen, 3 punti in comune per la crescita personale

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Karate e Zen, 3 punti in comune per la crescita personale

Karate e zen sono due discipline che hanno molto in comune. Entrambe enfatizzano la concentrazione, la disciplina, la consapevolezza e la ricerca della perfezione.

Il karate è un’arte marziale che si concentra sull’autodifesa e sul combattimento. I praticanti di karate imparano a usare le mani, i piedi e il corpo come armi per difendersi da un aggressore. Il karate insegna anche a sviluppare una mente forte e un corpo sano (approfondisci qui -> Costruisci una mentalità vincente con il Karate in 15 mosse).

Lo zen è una filosofia buddista che si concentra sulla meditazione e sulla consapevolezza. I praticanti di zen imparano a concentrarsi sul momento presente e a liberarsi dai pensieri e dalle emozioni negativi. Lo zen può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e del mondo che ci circonda.

Vivere in quelle condizioni di silenzio e concentrazione che permettono l’esprimersi di un’autentica saggezza. Realizzare ad ogni istante, in ogni gesto della vita quotidiana, la divinità dell’essere umano…Senza cercare una condizione speciale o sovrumana di coscienza, tornare semplicemente alla condizione normale del corpo e della mente, assaporando ogni momento la certezza dell’espressione esistenziale più autentica, individuale come collettiva…Tale è la vita in un Tempio Zen; non il suo fine, ma la pura e semplice realtà.”

Fausto Taiten Guareschi

Tuttavia, è innegabile che lo zen abbia influenzato lo sviluppo del karate. Fin dalle origini di questa arte marziale i maestri hanno spesso integrato i principi dello zen nella loro pratica. Il Maestro Gichin Funakoshi affermava l’importanza della mente e dello spirito più del corpo, espresso in uno dei suoi precetti “Lo spirito è più importante della tecnica” (traduzione di “技術より心術“). Il Maestro Gōgen Yamaguchi oltre al karate studiò yoga e tramite lo shintoismo si avvicinò allo zen e alla meditazione. Più in generale nel karate si parla di karatedo, per indicare il percorso di miglioramento insito nella pratica costante dell’arte marziale (approfondisci qui -> Cos’è il DO delle arti marziali?).

In questo senso, si può dire karate e zen sono strettamente legati, e che il karate è stato influenzato dallo zen anche se non ne deriva direttamente. Il karate è un’arte marziale che ha le sue radici nelle arti marziali di Okinawa, ma che ha anche avuto indubbiamente influssi cinesi. Si possono trovare nel karate infatti analogie anche con la dottrina di Confucio.

Esistono molti modi in cui il karate e zen possono essere collegati. Ad esempio, la pratica del karate può aiutare a sviluppare la concentrazione e la consapevolezza, che sono entrambi importanti nella meditazione zen. Inoltre, la filosofia zen può aiutare i praticanti di karate a sviluppare una visione più completa del combattimento, che non si limita solamente alla vittoria o alla sconfitta.

Alcuni esperti di arti marziali credono che il karate sia una forma di zen in movimento. In questo senso, il karate può essere visto come una pratica meditativa che si svolge nel mondo reale.

Il significato moderno di karate è “mano vuota” (traduzione di “空手”), che generalmente indica l’assenza di strumenti e armi, dal momento che le tecniche vengono eseguite a “mano vuota”. Secondo alcune interpretazioni il vuoto può essere riferito anche alla mente, che deve essere sgombra da pensieri. Un altro precetto del Maestro Gichin Funakoshi afferma che “Il cuore (mente) deve essere lasciato libero” (traduzione di “心は放たん事を要す”).

La pratica dello zen ha come obiettivo di ricercare lo stato di vuoto necessario a raggiungere l’Illuminazione. Il vuoto però non deve essere interpretato come svuotare la mente da ogni pensiero, ma piuttosto di sviluppare una mente libera da attaccamenti e giudizi.

All’epoca dei samurai, la pratica zen conduceva il guerriero ad ottenere lo stato di mushin (non-mente), fondamentale nel combattimento. La continua consapevolezza del proprio essere nel momento presente, in una ricerca di armonia ed efficienza, sono alla base della pratica zen.

Ricapitolando, possiamo dire che karate e zen sono collegati in 3 modi:

  1. Concentrazione e consapevolezza.
  2. Disciplina.
  3. Meditazione.

1. Concentrazione e consapevolezza

Per karate e zen la concentrazione e la consapevolezza sono essenziali.

Nel karate, la concentrazione è necessaria per eseguire le tecniche correttamente e per rimanere calmi nei momenti in cui si è sotto pressione.

Nel karate la concentrazione è importante, perché da essa ne derivano:

  • Precisione: le tecniche di karate richiedono precisione e coordinazione. La concentrazione aiuta a focalizzare l’attenzione sui movimenti e a eseguirli con la massima accuratezza.
  • Potenza: la forza delle tecniche deriva non solo dalla forza muscolare ma anche dalla concentrazione mentale. Focalizzando l’energia nel punto di impatto, si aumenta la potenza dei colpi.
  • Reazione: in un combattimento la capacità di reagire velocemente agli attacchi avversari è fondamentale. La concentrazione aiuta a mantenere la mente vigile e pronta a rispondere alle situazioni in tempo reale.
  • Controllo mentale: il karate insegna a controllare le proprie emozioni e a rimanere calmi sotto pressione. La concentrazione aiuta a gestire la paura, l’ansia e la rabbia, favorendo una lucidità mentale durante il combattimento.

Nello zen, la concentrazione è necessaria per meditare e per rimanere presenti durante il momento di pratica.

Come lo zen aiuta la concentrazione:

  • Sviluppo della consapevolezza: lo zen aiuta a coltivare la consapevolezza di sé e del proprio ambiente, favorendo una maggiore attenzione e lucidità mentale.
  • Mente focalizzata: la pratica meditativa aiuta a focalizzare la mente sul presente, evitando di distrarsi con pensieri passati o futuri.
  • Maggiore calma: la tranquillità interiore raggiunta con lo zen facilita la concentrazione e la rende più stabile e duratura.

2. Disciplina

Nel karate la disciplina è fondamentale per:

  • Imparare le tecniche correttamente: il karate richiede l’esecuzione precisa di tecniche complesse. La disciplina aiuta a mantenere la concentrazione e la perseveranza necessarie per la pratica costante e l’apprendimento graduale.
  • Sviluppare il controllo mentale e fisico: il karate insegna a controllare le proprie emozioni e il proprio corpo in situazioni di stress. La disciplina aiuta a coltivare la pazienza, la calma e la concentrazione sotto pressione.
  • Rispettare gli altri: il karate insegna il rispetto per l’istruttore, i compagni di pratica e gli avversari. La disciplina aiuta a mantenere un comportamento corretto e cortese dentro e fuori dal dojo.
  • Migliorare la propria crescita personale: il karate è un percorso di crescita personale che richiede impegno e dedizione. La disciplina aiuta a coltivare la perseveranza, la resilienza e la capacità di superare le sfide.

La disciplina nel karate non è solo una questione di regole e obbedienza, ma è un modo di vivere che insegna a coltivare il rispetto, la perseveranza e la crescita personale.

La disciplina e lo zen sono due concetti intrinsecamente legati che si rafforzano a vicenda nel percorso di crescita interiore, attraverso i seguenti punti:

  • Pratica costante: la meditazione zen richiede una pratica regolare e costante per ottenere risultati. La disciplina aiuta a stabilire una routine di meditazione quotidiana, superando la pigrizia e la resistenza.
  • Corretta postura: la postura durante la meditazione zen è fondamentale per mantenere la concentrazione e l’energia fluida. La disciplina aiuta a mantenere la schiena dritta e il corpo rilassato, evitando di cedere al disagio o alla distrazione.
  • Controllo del respiro: la respirazione consapevole è un elemento chiave della meditazione zen. La disciplina aiuta a regolare il respiro, rendendolo più profondo e lento, favorendo la calma e la concentrazione.
  • Mente vigile: la meditazione zen richiede di mantenere la mente vigile e presente, osservando i pensieri senza giudizio. La disciplina aiuta a coltivare la concentrazione e a evitare di cadere nei soliti schemi mentali.

3. Meditazione

Nel karate tradizionale esiste la pratica del mokuso, che significa “meditazione silenziosa” (traduzione di “黙想”). Essa viene eseguita all’inizio e alla fine di ogni sessione di allenamento per preparare la mente e il corpo alla pratica e per favorire il ritorno alla calma al termine della sessione di allenamento.

Mokuso non è solo una semplice pratica di meditazione, ma è un modo per coltivare la disciplina mentale e la consapevolezza di sé, valori essenziali nel karate e nella vita quotidiana.

Oltre al karate, il mokuso può essere praticato in qualsiasi contesto per migliorare la concentrazione, la consapevolezza e il benessere generale.

Nello zen analogamente esiste la meditazione, chiamata zazen, il cui significato è sedersi in meditazione (traduzione di “坐禅”), e che mira a coltivare la presenza mentale e la tranquillità interiore.

Lo zazen viene praticato in posizione seduta, con la schiena dritta e le gambe incrociate. Le mani sono posizionate sul grembo o sull’addome, e gli occhi sono chiusi o socchiusi. La concentrazione si focalizza sul respiro, osservando il naturale fluire dell’inspirazione e dell’espirazione.

La meditazione zazen è un percorso di crescita personale che richiede tempo, pazienza e dedizione. Tuttavia, i benefici che può apportare alla mente e al corpo sono considerevoli e possono migliorare significativamente la qualità della vita.

Conclusioni

In conclusione, si può dire che karate e zen sono strettamente legati, dal momento che lo zen ha avuto un ruolo importante nello sviluppo del karate anche se non è stato l’unico fattore ad aver contribuito alla sua nascita.

Oss!

Ciao! Sono un informatico e karateka, appassionato da sempre di arti marziali e di cultura orientale, affascinato dal mondo della crescita personale. Amo la natura, la vita all'aria aperta, e la montagna. Sono cresciuto tra le colline del Chianti e oggi vivo a Firenze. scopri di più

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