Pratiche di allenamento nel Karate: Kihon, Kata, e Kumite

Tempo di lettura: 4 minuti
allenamento nel karate

L’allenamento nel Karate si divide in 3 parti, definite anche le “3 K”: Kihon, Kata, e Kumite. Questo è valido per tutti gli stili di Karate.

Vediamo in dettaglio ognuna di esse.

Kihon (fondamenti)

Il termine Kihon è composto dai due termini Ki (基) e Hon (本). I due termini insieme significano basi, fondamenti.

Dunque il kihon rappresenta le tecniche di base, o fondamenti del Karate. Le basi sono i nostri pugni, i calci, le parate, i colpi in generale e le posizioni. Per costruire una solida base dobbiamo esercitarci e praticare costantemente il kihon. L’affinamento della nostra tecnica di base è l’essenza stessa del nostro allenamento e deve essere preso sul serio per progredire verso un alto livello di abilità.

A questo link possiamo trovare una descrizione più in dettaglio del kihon.

Kata (forme)

Il termine kata è rappresentato in giapponese con il kanji 型 oppure 形, che significano forma, modello. I kata sono sequenze di movimenti che vengono messi insieme in uno schema generale che dobbiamo memorizzare. Molti movimenti sono tecniche di base, imparate durante il kihon, a cui si aggiungono altre sequenze di tecniche. L’allenamento dei kata include gli elementi di direzione, tecnica, velocità, potenza e ritmo.

Video: Cos’è il kata

A un livello più profondo l’analisi dei kata può portare a molte scoperte utili per l’autodifesa pratica. Nascoste all’interno delle diverse forme ci sono sequenze di movimenti utili che possono essere applicate direttamente in diversi scenari.

I kata sono la vera essenza del Karate. Permettono di tramandare nelle generazioni le tecniche codificate al loro interno dai primi maestri fondatori. Anche se la diffusione del Karate a livello mondiale può portare alla modifica di qualche tecnica o posizione, il cuore di ogni kata è preservato.

Eseguire oggi un kata è come leggere un libro di storia scritto almeno 100 anni fa.

Kumite (allenamento con gli altri)

Kumite in giapponese è tradotto come 組手. Il kanji 組 significa insieme, mentre 手 mano. Se facciamo attenzione 手 è lo stesso kanji presente in Karate (空手). Dunque il kumite è un lavoro insieme con gli altri, ma non è un combattimento. Lo scopo del vero combattimento è quello di abbattere l’avversario, quello del kumite è la crescita reciproca dei praticanti.

Il lavoro di base con il partner introduce esercitazioni di allenamento prestabilite che aiutano ad abituarci a usare pugni, calci, parate e colpi. Possiamo allenare tutte le capacità di coordinamento (ritmo, orientamento, reazione, equilibrio, combinazione, adattamento, differenziazione cinestetica). Inoltre attraverso esercizi di allenamento mirati siamo in grado di applicare direttamente i nostri movimenti difensivi e contrattacchi contro gli attacchi reali.

Kihon + Kata + Kumite= Karate

Man mano che avanziamo nel nostro livello di abilità, le esercitazioni diventano più difficili con un maggiore elemento di sorpresa che viene gradualmente introdotto. Siamo ad uno stadio avanzato quando saremo in grado di affrontare attacchi casuali di uno o anche più avversari.

Suddividendo il nostro allenamento nel Karate con le “3 K”, siamo in grado di concentrarci individualmente su ciascun elemento di base dell’allenamento. Possiamo così migliorare la nostra capacità complessiva attraverso un approccio molto sistematico. L’obiettivo finale è combinare questi tre elementi senza soluzione di continuità in modo che le “3 K” diventino una sola K. Quella K ovviamente è il Karate.

Quando si verifica questa continuità, iniziamo a operare a un livello che è noto come competenza inconscia. Non dobbiamo più pensare ai singoli pezzi e parti. Tutto si incastra e funziona in armonia quasi totalmente senza alcuna direzione dalla mente cosciente. Questo è il livello a cui operano i maestri ed è per questo che osservarli è come guardare la poesia in movimento.

Come deve essere strutturato un allenamento

Ogni allenamento nel Karate deve essere suddiviso in modo tale da comprendere tutte e tre le K. Deve essere presente una parte di studio delle tecniche singole (kihon), una per le forme (kata), e una per le pratica con gli altri (kumite).

In via generale l’allenamento potrebbe essere così organizzato:

  1. Warm Up (riscaldamento).
  2. Kihon di base, pugni e calci (Bull Kihon).
  3. Kata.
  4. Kumite a vuoto o in coppia.
  5. Addominali, sacco, corda, squat con salto, e/ o spaccate saggitali (Routine Killer).
  6. Cool Down ed esercizi di respirazione.

Approfondiremo come strutturare un allenamento in altri articoli.

Conclusioni

Tramite l’allenamento nel Karate delle 3 K possiamo migliorare noi stessi non solo fisicamente ma anche mentalmente. In questo modo l’allenamento del Karate si trasforma nel tempo in Karate-Do, la via marziale del Karate. Una mente così allenata è in grado di diventare forte, per affrontare al meglio ogni sfida della vita.

Se vuoi imparare a raggiungere gli obiettivi con le arti marziali leggi questo articolo.

Oss!

Ciao! Sono un informatico e karateka, appassionato da sempre di arti marziali e di cultura orientale, affascinato dal mondo della crescita personale. Amo la natura, la vita all'aria aperta, e la montagna. Sono cresciuto tra le colline del Chianti e oggi vivo a Firenze. scopri di più

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